martedì 2 febbraio 2021

Il vero significato delle tre scimmie sagge


Tutti conoscono l’iconografia delle tre scimmiette sagge che si chiudono rispettivamente gli occhi, le orecchie e la bocca, ma in pochi sono al corrente del suo vero significato. Oggi è considerata una metafora dell’ipocrisia umana ma in realtà si tratta di un invito a non concentrarsi su ciò che è negativo ma elevarsi a vedere, sentire e dire ciò che di bello illumina la vita.

Le Tre Scimmiette sagge sono le guardiane del santuario di Toshogu a Nikko, costruito nel 1617, uno dei più importanti del Giappone. La statua, che campeggia all’entrata del tempio shintoista, rappresenta una saggezza antica, che risale fino a 2500 anni fa: un saggio codice di condotta seguito dalle più alte civiltà in Cina, India e Giappone. Il cuore di questa saggezza, rappresentato appunto dalle tre scimmiette sagge, può essere riassunto in tre fasi: non parlare del male (Iwazaru), non vedere il male (Mizaru), non sentire il male (Kikazaru).

Poche immagini hanno valicato tante frontiere e secoli per arrivare intatte fino a noi, con la forza di un simbolo. Tant’è vero che le tre scimmiette le ritroviamo anche sotto forma di emoticon nelle varie chat messe a disposizione dai social.

Ma come spesso accade con le icone, vuoi per disinformazione, vuoi per ignoranza, succede che il significato originario viene distorto, alterato, modificato, per mescolarlo ad altri concetti o interpretazioni che si allontanano dalla radice originale.

Infatti, il senso comunemente attribuito alle tre scimmiette è diverso da quello originale. Viene inteso come un’esortazione a non impicciarsi negli affari altrui, diventa una regola da adottare: non sento, non parlo, non vedo. Una regola che affonda le sue radici in molte culture popolari e la troviamo espressa anche in proverbi come “chi si fa i fatti suoi, campa cent’anni”. Viene così occultato quel messaggio nobile e autentico che consiste nel non parlare del male, non vedere il male e non sentire il male.

Alcuni considerano tali massime un retaggio del servilismo orientale. Ma queste considerazioni sono dovute al lavaggio del cervello subito dalle popolazioni occidentali negli ultimi secoli. Tra l’altro esiste un interessante parallelismo tra le tre scimmiette sacre e una storia attribuita al filosofo Socrate. Una storia nella quale si narra di come un suo allievo fosse entrato un mattino in casa sua, ansioso di raccontargli ciò che aveva sentito dire. Dinanzi all’impazienza dell’uomo, il saggio ateniese gli spiegò che prima di rivelargli quella notizia, doveva superare l’esame dei tre filtri (setacci).

Un giorno Socrate fu avvicinato da un uomo in piena agitazione che gli disse:
« Ascolta Socrate, ti devo raccontare qualcosa d’importante sul tuo amico.»
« Aspetta un attimo», lo interruppe il saggio, «hai fatto passare ciò che mi vuoi raccontare attraverso i tre setacci?»
« Tre setacci?», chiese l’altro meravigliato.
« Sì, mio caro, vediamo se ciò che mi vuoi raccontare passa attraverso i tre setacci.
Il primo setaccio è quello della verità: sei convinto che tutto quello che mi vuoi dire sia vero?»
« In effetti no, l’ho solo sentito raccontare da altri.»
« Ma allora l’hai almeno passato al secondo setaccio, quello della bontà? Anche se quello che vuoi raccontare non è del tutto vero, è almeno qualcosa di buono?»
L’uomo rispose esitante: «Devo confessarti di no, piuttosto il contrario…»
« E hai pensato al terzo setaccio? Ti sei chiesto a che serva
raccontarmi queste cose sul mio amico?
Serve a qualcosa?»
« Beh, veramente no…»
« Vedi?», continuò il saggio, «Se ciò che mi vuoi raccontare non è vero, né buono, né utile,
allora preferisco non saperlo e ti consiglio di dimenticarlo.»
(Tratto dal libro “La via del guerriero di Pace” di Dan Millman)


Come potete intuire, questi tre filtri hanno molto a che vedere con i profili che rappresentano le tre scimmiette del tempio di Toshogu. Si tratta sempre di saggezza, anche se espressa in una versione differente. Le tre scimmiette nel non parlare del male, nel non vedere il male e nel non sentire il male non ci invitano certo all’omertà, o a ignorare le malefatte presenti nel mondo, ma ci spingono a un retto comportamento. Il concetto suggerito è molto semplice: l’uomo ha il potere di aprire o chiudere a proprio piacimento tanto le porte della percezione quanto quelle dell’espressione. Si tratta di libero arbitrio. E non solo. Per mezzo dell’autocontrollo e della disciplina derivanti dalle scelte fatte, l’uomo può regolare la qualità e l’intensità dei flussi sensoriali. Di ciò che percepiamo, che entra nel nostro corpo e di ciò che manifestiamo, che proiettiamo all’esterno.

È un invito alla prudenza quelle delle tre scimmiette sagge. Ti dicono: fai attenzione alle tue parole, tappati le orecchie di fronte a ciò che non serve o non aiuta, copriti gli occhi dinanzi a ciò che ti danneggia. In altre parole è anche un invito a cercare ciò ti fa stare bene e ti rende felice. E noi occidentali non è forse proprio questa capacità che abbiamo smarrito? La capacità di cercare e vedere il bello della vita? Ci siamo fatti convincere che il simbolo delle tre scimmiette sagge rappresentasse un’azione per ignorare la cattiva condotta altrui, evitando di denunciarla a chi di dovere o raccontarla al prossimo.

La verità è che chiudere un occhio sulla cattiva condotta di qualcuno non è il vero, autentico e originale significato del simbolo. Si tratta di un falso e corrotto “sostituto”. Perché, quindi, falsificare un messaggio così nobile? Perché non rivelare questa semplice filosofia, che se adottata in massa, permetterebbe alla gente di voltare le spalle alla negatività distruttiva che ci attanaglia da mattina a sera? Oltre a proteggere gli occhi dalle immagini e dalle impressioni che non sono costruttive per la propria crescita spirituale.

E tu, lettore, ti sei mai chiesto del perché i mass media incanalano sempre più violenza verso le nostre menti? Perché nei Tg, come nei programmi di cronaca, sui giornali e ora attraverso i social, veniamo bombardati dal male, dalla bruttezza, dalla violenza e dalla paura in ogni istante? Perché un testa sgozzata fa più notizia di una vita salvata? Perché i videogiochi più venduti e ricercati dai giovani sono quelli “violenti”? Perché la musica in generale sta diventando anch’essa sempre più violenta? E soprattutto, dopo che hai visto e sentito queste notizie, come ti senti? Quali sono le tue reazioni? Da dove proviene tutta questa rabbia e quest’odio che c’è in giro?

Te lo dico io. Viene proprio da quello che vedi e senti. Il Male viene indirizzato su di te, quelle notizie si riversano su di te e presto, senza che tu nemmeno te ne accorga, diventerai te stesso una persona violenta. E se non è una violenza fisica, può essere una violenza verbale, o di pensiero. Giudicherai e condannerai. Come Ponzio Pilato.

Signori miei, abbiamo capovolto la saggezza, dal “non vedere il male”, “non sentire il male” e “non parlare del male”; la massima è stata convertita – pervertita – nel “vedi il male”, “ascolta il male”, “parla del male”. Ed eccoci qui, con la nostra spiritualità arida e spicciola. Siamo talmente saturi di male che siamo pronti a morderci l’uno con l’altro.

Il male che assorbiamo quotidianamente è molto più dannoso di quel che possiamo immaginare. E soprattutto, sta avendo degli effetti devastanti. È un loop continuo. Veniamo costantemente esposti a mali terribili, anche quando siamo a tavola, con la Tv accesa. Momenti che dovrebbero essere delle pause di pace, armonia, risate, e invece siamo lì, bombardati tra un notiziario e l’altro, da immagini criminose e violente. E alla fine.. “si parlerà del male”.

La gente non può farne a meno, ha bisogno di immagini violente, che si tratti di violenza verso persone, animali o catastrofi naturali, poco importa, l’importante che siano immagini d’impatto. Più lo sono e meglio è. Se poi possono essere condivise sui social, ancora meglio. La gente vuole partecipare, vuole parlare e divulgare il male, diventano co-autori volontari verso la canalizzazione della violenza. Non per loro scelta, ma perché credono sia normale, essendo nati e cresciuti in questo sistema. Le persone non si rendono più conto che tutta questa cattiveria e questo male che vengono trasmessi, raggiungono uno scopo ben preciso e che ormai è sotto gli occhi di tutti. Masse schiavizzate, sottomesse e impaurite.

Ecco perché prima ho scritto quella parola “magica” che si chiama libero arbitrio. È arrivato il momento di scegliere arbitrariamente come e con cosa nutrirsi, quali impressioni portare dentro e cosa distribuire fuori. Come ci spiega quel gran maestro di Gurdjieff:

“[…]L’organismo umano riceve tre tipi di nutrimento:
1° II cibo che mangiamo.
2° L’aria che respiriamo.
3° Le nostre impressioni.
Non è difficile capire che l’aria è un genere di alimento per l’organismo, ma può apparire difficile, a prima vista, comprendere come le impressioni possano essere un nutrimento.
Dobbiamo tuttavia ricordarci che con ogni impressione esterna, sia che prenda la forma di suono, di visione, di odore, noi riceviamo dall’esterno una certa quantità di energia, un certo numero di vibrazioni; questa energia che dall’esterno penetra nell’organismo è un nutrimento.” – Tratto da “Frammenti di un Insegnamento sconosciuto”

Con cosa nutrirci, è scelta del tutto personale. Vuoi nutrirti con del “bene” come suggeriscono le tre scimmiette sagge, o vuoi nutrirti con del “male” a oltranza, come fa la maggioranza della gente. Là fuori è pieni di impressioni. Basta saper scegliere. La saggezza delle tre scimmiette è tutta in questa scelta.

Dobbiamo quindi riscoprire il vero significato delle tre scimmiette sagge, per elevarci a vedere, sentire e dire ciò che di bello illumina la vita. Ma dobbiamo sperimentarlo nella nostra quotidianità, non solo a parole. Le parole servono per portare alla riflessione, ma la riflessione bisogna poi trasmutarla in azione per ottenere una concreta efficacia.


A te, che pensi che mondo sia tutto un disastro, che la vita, nella sua espressione più ampia, sia solo un’accozzaglia di crudeltà, miseria e sofferenza dico: alza gli occhi e guardati attorno.

Guarda i colori della natura che brillano dopo un temporale. Osserva il volo di una farfalla e tutte le sfumature con cui colora il vento. Senti il tepore del sole sul viso, il tocco umido della pioggia sulla pelle, il sapore della neve che gocciola sulla lingua.

Se hai scordato com’è fatto un tramonto, esci questa sera stessa e corri ad ammirarlo. Portati dietro un calice di vino e celebralo per quello che è: un prodigio della natura. Fai in modo che la tua vita contempli un congruo numero di albe e tramonti, di nuotate in piena notte, di cieli gonfi di stelle osservati distesi su un prato, di camminate a piedi nudi sull’erba gravida di rugiada.

Trova il tempo per contemplare tutti i miracoli dell’esistenza, perché passa dalle piccole cose la strada che conduce alla grandezza.”

Dal mio libro “Schiavi del Tempo”

Tenete bene a mente l’insegnamento delle tre scimmiette sagge, punite la perversione e tenetevi stretta la luce, la nobiltà d’animo e tutto ciò che può rendervi delle persone migliori. Bisogna essere prudenti quando si parla, saggi quando si ascolta e abili quando c’è da decidere dove posare il nostro sguardo. E ricordatevi che il male si sviluppa come un cancro, ma una volta isolato, morirà da solo.

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